Bodybuilding, Interviste

Stavo rovistando nel mio archivio di interviste ai bodybuilder e ho trovato una conversazione che ebbi con Mike Mentzer nell’aprile del 1995, poco prima dell’uscita del suo libro “Heavy Duty 2: Mind and Body”. Questa chiacchierata rende bene l’idea di quanto sia rivoluzionario questo libro e rende possibile comprendere perchè Mike abbia scritto la sua opera più filosofica.

D: In che cosa consiste per te il processo di scrittura di un libro?

MM: Mi piace rimanere concentrato nel tentativo di mantenere quel senso di continuità logica giorno per giorno nei miei scritti e nei miei seminari. Quando vengo strappato dalla scrittura per ragioni fuori controllo è molto difficile ripartire perchè bisogna guardarsiindietro e ristabilire quel senso di continuità logica.

D: Da quanto tempo stai rivedendo la versione originale di “Heavy Duty”?

MM: E’ da circa 3 anni e mezzo. Ho imparato molte cose da allora, come dico ai clienti tutte le volte. Niente contraddice i principi di base, ovviamente, visto che essi sono eterni e universali. Quello che ho imparato e che mi stimola ogni giorno è una più precisa applicazione di questi principi per un allenamento sempre più produttivo.
Non molto tempo fa in uno dei miei articoli ho detto che quando torno a rivedere “Heavy Duty”, penso che il mio livello di comprensione della scienza dell’esercizio fosse ancora limitato. Quello che facevo fare ai miei clienti non era perfetto perchè non stavo bilanciando bene tutti i loro parametri corporei. Sapevo che essi potevano fare ancora meglio.

D: Cosa ti ha spinto a continuare nella ricerca in questo ambito?

Mike MentzerMM: E’ stata un’idea filosofica: quando si è in possesso di una teoria valida, non importa in quale campo della conoscenza, e si stanno eseguendo delle applicazioni pratiche corrette, i progressi dovrebbero essere spettacolari sempre. I progressi dei miei clienti non erano sempre così. Quindi ho continuato a perfezionare l’applicazione fino a raggiungere un più alto livello di comprensione di questo argomento.
D: Quando ti sento dire ciò, ricordo bene le tue critiche a chi ti diceva: “Ecco il signor Mentzer, Mister onnisciente. Lui sa tutto!”

MM: Aspetta un attimo. Non ho mai proclamato la mia infallibilità  e la mia onniscienza. Non ho mai nemmeno preteso di possedere una conoscenza esaustiva della scienza dell’esercizio. Ho semplicemente detto di avere una panoramica completa riguardo ai principi base dell’allenamento anaerobico. Non si possono criticare questi principi, sarebbe come criticare l’addizione e la sottrazione in matematica. Hai mai visto qualcuno fare ciò?

D: Capisco cosa vuoi dire.

MM: Allora direi a coloro che mi criticano, “Dammi tempo. Mi ci sono voluti 20 anni per riuscire a governare i principi di base della scienza dell’esercizio, sono un po’ lento”. Ecco tutto: governare questi principi, che sono ovviamente collegati all’intensità, al volume e alla frequenza di allenamento.

D: Le informazioni che sei riuscito ad ottenere coi tuoi esperimenti come si possono applicare all’allenamento? Quali sono i punti che hai affinato nel tuo metodo?

MM: Fammi arrivare al punto girandoci un po’ attorno. Sarebbe più chiaro se ti mostrassi i progressi dei miei clienti. Ricordi, ho detto che l’idea che mi motivava era quella di avere una teoria valida e che l’applicazione pratica di essa doveva dare per forza risultati spettacolari sempre. Mentre 3-4 anni fa accadeva solo raramente che un cliente riuscisse a prendere 5-10 kg di muscoli in un mese o 15-20 kg in 4 mesi, da febbraio dello scorso anno (1994) non è stato più un fenomeno così occasionale o una rara eccezione. E’ diventato regola. I progressi dei miei clienti sono stati spettacolari per la stragrande maggioranza dei casi, non ancora il 100% ma comunque un numero davvero degno di nota.
D: Cosa fanno ora di così speciale rispetto a prima?

MM: Invece di allenarsi a rotazione nei classici 3 giorni di lunedì, mercoledì e venerdì, come scritto nel mio primo libro, ora si allenano su un ciclo di 4 giorni, ovvero una volta ogni 4 giorni: lunedì, venerdì, martedì, sabato e così via. Ho scoperto che la frequenza di allenamento è stata fraintesa da moltissime persone, incluso me stesso. La mancanza di conoscenza è responsabile del rallentamento dei risultati nei miei precedenti clienti. Come quasi tutti gli altri tecnici credevo che la decompensazione muscolare iniziasse dopo 96 ore. In periodo di riflessione filosofica iniziai a pensare che non avrei mai accettato di credere alle cosiddette “verità” del settore solo per il fatto che “molti” dicevano fossero vere.

D: Avrei scommesso che ti saresti rammaricato per non aver capito questo anni fa.

MM: Si, è vero, ma serve tempo per applicare tutto questo ad ogni area della vita umana. Molto persone pensano di essere critici ma invece seguono la massa. Inoltre avere un atteggiamento critico verso tutto ciò che ci circonda non è per niente facile. Questo è stato il mio obiettivo, raggiungere una certa consistenza filosofica, che è ciò che Leonard Peikoff, nella sua introduzione ad Altas Shrugged, afferma essere la “perfezione umana”. La perfezione umana è il 100% della consistenza filosofica raggiungibile.
D: Sei un bodybuilder, uno scrittore e un filosofo, una rara combinazione di attitudini.

MM: E’ interessante essere un bodybuilder, uno scrittore e un filosofo perchè sono tutte discipline che hanno a che fare con il corpo umano. Chiunque è appassionato di filosofia conosce i dettami radicati della cultura. Scrivere un libro così esclusivamente dedicato alla mente e così esclusivamente dedicato al corpo è stato molto eccitante e motivante. Attraverso le sfide si ottengono le ricompense.

D: Come divideresti in percentualela divisione tra la disciplina filosofica della logica e l’applicazione di questa specificatamente nella scienza dell’esercizio?

MM: E’ quasi un perfetto 50-50. “Heavy Duty II: Mind and body” è molto diverso dal mio ultimo libro, è tutto filosofico. Il paragrafo iniziale della mia introduzione mostra la direzione scelta per il mio scritto:
Mike Mentzer“Questo libro rappresenta il tentativo finale di chiarire completamente la scienza dell’esercizio. Esso analizza in maniera approfondita in un contesto filosofico/scientifico (molto più rispetto al mio vecchio libro “Heavy Duty”) le mie visioni riguardo alla fisiologia dello stress anaerobico ad alta intensità. Infatti, il contesto filosofico di questo libro non è solo ampio ma è anche semplice da comprendere; ovvero include tutti i principi filosofici necessari per avere le abilità di base per qualsiasi disciplina scientifica, almeno per i fondamentali. Per molti questo tipo di concetti saranno totalmente nuovi e sarà un piacere per loro imparare ad utilizzarli. Ad esempio: filosofia, ragione, logica, principio, teoria, identità, natura, causalità, cognizione, volontà e (fatto unico per un libro di bodybuilding) etica, moralità e giudizio critico. Un intellettuale di spessore è obbligato a conoscere questi concetti non solo per comprendere la scienza ma anche per cogliere tutti gli aspetti della vita umana. Un concetto fondamentale è ciò che appartiene a tutta l’umanità; un aspetto incontrovertibile dell’esistenza umana.

D: Alcune persone potrebbero dire: “Bene, questo libro è troppo intellettuale per essere un testo di bodybuilding.”

MM: Il bodybuilding non è slegato dal resto della vita. Perchè una persona non dovrebbe integrare un contesto filosofico in un libro di bodybuilding? E’ parte della nostra vita.

D: Mi piace il fatto che non comunichi su riviste e articoli come gli altri tecnici.

MM: Ho fatto il punto della situazione recentemente: la maggior parte degli articoli sull’allenamento delle riviste consistono in una serie di comandamenti biblici “Esegui 4 serie di questo, eseguine 5 di quest’altro!”. Perchè? Non sono date motivazioni e nemmeno motivazioni logiche. Il lettore viene indotto a fare ciò che lo scrittore afferma perchè quest’ultimo lo comanda inconsciamente. Questo è ovviamente ridicolo. Una persona intelligente vuole aumentare il suo bagaglio culturale comprendendo perfettamente quello che sta facendo, non vuole essere comandata da una persona che non ha mai neanche visto in faccia.

(John Little)

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