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HIT vs High Volume Training: l’esperienza di Luca

Espongo in questo breve articolo la mia personale esperienza con le tecniche HIT ( tecniche ad Alta Intensità ), di come siano state più efficaci e produttive rispetto ad allenamenti svolti con protocolli ad alto volume, questi ultimi inadatti per molte persone che praticano questo sport e che vogliono raggiungere determinati obiettivi.

Quando entro in palestra, ancora oggi, accade frequentemente di trovare amici impegnati nel loro allenamento; quando termino il mio work out, sono ancora impegnati magari nello stesso gruppo muscolare insistendo con esercizi, serie e ripetizioni. Inizio, allora, a pormi domande: “Perchè tutto questo tempo speso in confronto a me? Mi alleno sufficientemente? Sto facendo la cosa giusta?”. Col tempo ho ottenuto risposte che tuttora mi spingono, con sempre più motivazione, a sostenere e divulgare le tecniche ad alta intensità.

Iniziai ad allenarmi all’età di 20 anni con l’ obiettivo comune di aumentare la massa muscolare e, come la maggior parte dei principianti in palestra, non conoscevo nessuna tecnica di allenamento. Fui catalogato con la classica scheda ad alto volume, come è solito fare nella maggioranza dei centri fitness: la solita routine di allenamento che propone i classici 3/4 esercizi per gruppo muscolare per 10/12 reps. con frequenza iniziale di 3 sedute a settimana, salite successivamente a 4.

Trovai dei training partner, fondamentali in questo sport, che seguivano le stesse metodiche di allenamento. Ci vedevamo spesso in palestra e ottenni i primi risultati in breve tempo. Inevitabilmente seguii un assestamento generale ed i progressi cessarono.

Di conseguenza fui costretto ad aumentare le mie sedute che mi procurarono diversi infortuni. Non riuscendo a comprendere i motivi di questo stallo mi sforzai di capire in tutti i modi il perchè: “Compagni di allenamento non adatti? Dieta sbagliata?”. Addirittura ascoltai persone che mi dissero di aver raggiunto il limite genetico a 20 anni dopo un anno d’attività! Assurdo…

Andai avanti per circa 2 anni, e per fortuna me la cavai (solamente) con un problema al gomito, uno strappo al pettorale e un evidente stato di sovrallenamento.

La curiosità per il BB e la voglia di comprendere alcuni temi mi spinsero ad informarmi il più possibile. Ero alla ricerca di verità. Venni a conoscenza sul web di Enrico Dell’Olio, maggior divulgatore dell’ Heavy Duty e tecniche HIT. In Italia che, grazie ai suoi video, mi spinse ad abbandonare l’alto volume. Questa nuova metodologia mi incuriosì e capii immediatamente la validità del tecnico che avevo di fronte, così decisi di cambiare rotta.

Gradualmente modificai radicalmente i miei allenamenti ed iniziai a mettere in pratica quello che apprendevo, rimodulando i principi fondamentali dell’esercizio, ovvero intensità, volume e frequenza che, ancora troppo spesso, vengono ignorati. Iniziai a rispettare la natura del mio corpo e a conoscermi sempre più a fondo. Feci i miei primi progressi significativi con l’Heavy duty che tuttora continuano.

Dopo poco più di un anno, dedito allo studio del mondo dell’ alta intensità, a partecipazioni a corsi, seminari, affrontato temi riguardanti alimentazioni correlate al Bodybuilding ed a testare e perfezionare il metodo Heavy Duty su me stesso, mi trovo ad avere costanti risultati in termini di crescita muscolare, miglioramento della composizione corporea, fastidi procuratomi con l’alto volume spariti, inoltre più tempo privato a disposizione, meno stress e stanchezza, e un risvolto psicofisico generale positivo!

In conclusione, invito le tante persone che fanno il loro primo ingresso in palestra ad informarsi in modo più approfondito e costante, non soffermandosi unicamente su ciò che viene proposto dal primo coach di sala. Tutto questo è fondamentale per trovare la soluzione migliore alla propria persona. Troppe volte, involontariamente, si cade in un sistema sbagliato che porta a non comprendere questo grande sport e stile di vita: il body building è correlato alla nostra natura umana in modo inscindibile.