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Bodybuilding, Interviste

Il leggendario Mike Mentzer

Pesando solo 60 kg con 26 cm di circonferenza bicipite e un desiderio persistente di diventare grosso e forte come i “campioni”, mi allenai per tre anni con allenamenti ad alto volume, ogni giorno per 3-4 ore, tratti principalmente da riviste, prima di scoprire davvero la verità su come costruire forza e massa muscolare in maniera efficace ed efficiente.

La svolta avvenne nel 1978 quando fui invitato a partecipare al seminario di Mike Mentzer tenuto all’Hilton Hotel a Washington. Non sapevo molto su Mike Mentzer al tempo perchè conoscevo solo coloro che avevano vinto delle competizioni importanti e le loro routine da 20-30 serie per gruppo muscolare, che affermavano che determinate compresse potevano far raggiungere alle tue braccia circonferenze di 50 cm. Avevo speso molto denaro, tempo ed energia ascoltando i consigli dei campioni. Credevo letteralmente che se avessi seguito le routine che pubblicizzavano in modo perfetto avrei sviluppato ogni parte corporea in maniera consistente.

Mentzer posing

Non ci sono parole per descrivere il fatto di vedere un bodybuilder professionista dal vivo, specialmente qualcuno come Mike Mentzer. Sarebbe come spiegare la vista del Gran Canyon, oppure mostrare una fotografia della “Pietà” di Michelangelo a qualcuno e descriverla a parole. Mike era l’incarnazione della raffigurazione ideale di uomo che avevo in mente, con i suoi folti baffi, i capelli neri, il collo muscoloso e spalle ampie, i suoi famosi avambracci e le cosce che strabordavano in ogni direzione ogniqualvolta faceva un passo.

Ciò che ricordo di più però erano i suoi grossi tricipiti. Quando scriveva alla lavagna gonfiavano in pullover che indossava ed erano in bilanciamento perfetto coi bicipiti.

Tutti coloro che erano al seminario quel giorno rimasero scioccati alla vista delle sue masse muscolari. Mike ci istruì riguardo al principio del “tutto o niente”, alla teoria di adattamento di Hans Selye, su come stimolare la crescita muscolare in maniera corretta, sul Colorado Experiment, sull’allenamento sino al momentaneo cedimento muscolare (concentrico, eccentrico e statico), sulle inserzioni e terminazioni muscolari, sul ruolo della genetica nel determinare la forma e la grandezza dei muscoli, sull’importanza del riposo per la supercompensazione, sulla dieta, sulle tecniche di pre-esaurimento muscolare, sull’allenamento rest-pause, sul corretto ordine di esecuzione degli esercizi e la loro corretta esecuzione (ad esempio le trazioni con presa inversa) e su altre informazioni e fatti davvero illuminanti.

Il seminario durò più di 4 ore e Mike continuò a parlare individualmente con altri partecipanti per un’altra ora dimenticandosi completamente del volo che aveva prenotato per Pittsbourgh. Durante tutto questo tempo non ripeté mai gli stessi argomenti e rispose pazientemente a tutte le nostre domande finchè non capimmo tutte le sue risposte. Concluse dicendo che tra qualche settimana sarebbe arrivato un altro bodybuilder e ci avrebbe detto esattamente il contrario. Aggiunse che visto che questa persona possedeva un gran numero di trofei e titoli, noi saremmo stati più inclini a credere alle sue teorie rispetto a quelle di Mike e avremmo seguito altre tecniche di allenamento.

Comunque Mike ci ricordò che il numero di trofei vinti da una persona non hanno alcun legame con gli eventi fisiologici universalmente applicabili che innescano la crescita muscolare che egli ci aveva appena esposto.

Poi Mike molto educatamente si fece fotografare con chiunque glielo chiedesse e mi diede l’opportunità di scattare una foto con il suo piede su una sedia e i pantaloni rialzati con il polpaccio in evidenza. Sembrava che un grosso blocco di muscolo fosse stato montato dietro la tibia, e non era nemmeno contratto!. Gli chiesi inoltre di mettere in mostra il suo avambraccio per una foto. Chiunque abbia visto gli avambracci di Mike può confermare che sono i migliori nel bodybuilding.

Comunque rimasi sbalordito anche dalla quantità, dalla precisione e dal buon senso delle nozioni che ci aveva esposto e che avevo trascritto su un piccolo quaderno. Volevo provarle. Dopo tutto, come suggerì Mike comparando i risultati e il tempo trascorso in palestra di Arnold Schwarzenegger contro quelli di Casey Viator nel Colorado Experiment “Ci sono solo un certo numero di ore in un giorno… e non so te, ma preferisco non trascorrerle in palestra”. Chi può confutare questa logica? […] I miei risultati furono notevoli. L’interruzione di un persistente sovrallenamento cronico unita alla giusta quantità di stimolo muscolare fecero in modo che i miei muscoli guadagnassero rapidamente forza e le circonferenze aumentassero. Passai da 60 kg  a quasi 75 kg in un anno circa e raggiunto questo peso potevo eseguire distensioni in panca piana con 150 kg.Nessuno dei miei amici credeva nel mio programma di allenamento e non trovavo nessuno con cui allenarmi che volesse partecipare ad allenamenti così brevi e intensi.

Ovviamente gli allenatori scolastici di wrestling e football si interessarono ai miei progressi di forza e iniziarono a propormi di entrare nelle loro squadre. nel 1980, durante il mio primo anno al college, mi iscrissi al Mr. Pittsburgh contest e al Mr. West Virginia University college l’anno seguente, senza usare farmaci. Mi piazzai rispettivamente decimo e terzo contro ragazzi molto più grossi e dopati ma comunque raggiunsi alcuni obiettivi personali visto che il mio corpo era molto più grosso grazie all’ Heavy Duty e imparai molto dal mio corpo durante la preparazione alle competizioni in fatto di dieta e allenamento.

Vidi Mike e Ray Mentzer in molti contest ed esibizioni nell’area di Pittsburgh. Durante la parte dello show dedicata alle domande dei fan, Mike chiamava sempre me tra la folla e io chiedevo domande di cui conoscevo già la risposta solo per illuminare punti specifici dell’allenamento in stile H.D. al resto della folla. Avevo parlato con Mike al telefono molte volte ed avevo memorizzato praticamente tutto ciò che aveva scritto o registrato.

Sfortunatamente, nonostante la sua chiamata personale che avevo ricevuto, non ho sfruttato l’opportunità di allenarmi con lui durante i suoi allenamenti alla Olympus Gym.

Penso fossi apprensivo sul fatto di essere in grado di allenarmi con lui e anche imbarazzato di stare davanti al mio mentore. Ancora mi rammarico di non essermi allenato con il mio maestro. Un mio amico, Gary Bianucci, proprietario della Olympus Gym ed io non perdiamo mai l’occasione per ricordare i vecchi tempi del “gioco del ferro”, la presenza di Mike in sala pesi, le sue incredibili routine di allenamento e la mancanza attuale di eroi di questo sport come lo era stato Mike.

Un giorno, circa 2 anni prima della morte di Mike, decisi di chiamare ed acquistare il libro di Doug McGuff e Joanne Sharkey rispose al telefono. Lei riconobbe la mia passione per questo sport e il rispetto che avevo per Mike e mi chiese se volevo parlare direttamente con lui… “E’ proprio qui” e in un istante stavo parlando con lui! In circa 10 minuti Mike sistemò la mia routine di allenamento, i tempi di esecuzione degli esercizi e l’attitudine sbagliata penalizzare l’esecuzione corretta di un esercizio per sollevare più peso “Posso dirti, Gary, che dal momento che usi il termine “lanciare” i pesi, significa che stai usando degli slanci e stai rischiando di infortunarti”. “L’obiettivo che cerchi di raggiungere nel body building non è quello di vedere quanto puoi sollevare ma permettere al muscolo di eseguire una determinata serie con la corretta forma di esecuzione finchè non raggiungi il momentaneo cedimento muscolare. Mike aveva ragione e lo sapevo. Stavo soccombendo alla potenza del io ego che avevo incrementato usando carichi davvero importanti muovendomi velocemente e rischiando l’infortunio a spese della corretta forma di esecuzione. Dopo la nostra breve discussione ero ansioso di tornare alle basi della tecnica.

A rafforzare ulteriormente il concetto di allenamento con tecnica di esecuzione corretta furono i libri più recenti di Mike e le sue magnifiche registrazioni audio. Usando il principio delle contrazioni statiche, una cadenza 4-2-4, periodi di recupero più lunghi, un diario di allenamento, tecniche di pre-esaurimento e rest-pause, ottenni e ducumentai un immediato e costante miglioramento in ogni allenamento eseguito per circa 3 anni. Con un’altezza di 1 metro e 73 centimetri e un peso corporeo di circa 90 kg (30 kg guadagnati da quando iniziai l’allenamento in Heavy Duty), posso usare 150 kg in panca inclinata, eseguo le croci con manubri da 50 kg e il militay press con 120 kg, tutti per ripetizioni multiple e cn cadenza 4-2-4. Non ho mai eseguito più di 8 serie per allenamento e ho riposato come minimo 4-5 giorni tra una sessione e la successiva. Alcune parti corporee continuano a migliorare con un solo set per esercizio ogni 20 giorni come le braccia che ora raggiungono i 45 cm.

La pienezza mentale acquisita praticando allenamenti in stile Heavy Duty e il senso di soddisfazione immensa che ho nel muovere pesi elevati sono una parte dei benefici di aver incontrato e conosciuto Mike. Ho imparato che la verità può essere divulgata in luoghi e da persone che non hanno una moltitudine di persone al seguito; che con una mente aperta, con esperienza personale, ricerche private e buon senso, una persona può trovare le chiavi del successo.

Provo spesso a “convertire” i miei amici all’H.D. ma essi non accettano il fatto che qualcosa di così semplice possa funzionare e che una volta che il muscolo è stato adeguatamente stimolato a crescere non deve essere effettuato nessun altro lavoro ulteriore.

Conoscere ed imparare da Mike Mentzer mi ha dato la possibilità di avere più tempo da dedicare alla mia vita, una soddisfazione più grande nei risultati ottenuti in termini di forza e massa muscolare, più sicurezza, più indipendenza, più energia, una salute migliore e la spinta a migliorare ad ogni allenamento che eseguivo.

Siamo tutti molto tristi per la perdita di Mike e Ray Mentzer. In qualche modo, sapendo che Mike è da qualche parte e la sua anima vive ancora rende ogni allenamento che eseguo con successo una sorta di connessione tra me e lui. Adesso, in aggiunta a queste parole, ogni allenamento è diventato un tributo a Mike, ai suoi ideali, al suo intelletto, alla sua forza e al suo spirito. Avrei voluto condividere i miei diari di allenamento con lui ma sono sicuro che i risultati non lo avrebbero sorpreso perchè lui conosceva la verità.

2 comments on “Il leggendario Mike Mentzer

  1. CESARE 29 Dicembre 2016 /

    NEL 1980, IL MISTER OLYMPIA GLI E STATO TOLTO DALLE MANI. SIA JOE WIDER ED ARNOLD SONO I COLPEVOLI DI QUESTA CAROGNATA. MA PER LORO, PRIMA GLI AFFARI POI TUTTO IL RESTO.E CHIUNQUE DICA CHE DOVEVA VINCERE ARNOLD, PARLI CON BILL PEARL,

    • enricoadmin123 2 Gennaio 2017 /

      Come non concordare con te caro Cesare

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