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Mike Mentzer, un grande uomo se n’è andato (terza parte)

Terza parte intervista Mike Mentzer

D: Ricordi la routine che utilizzasti per quella gara?

MM: Per quella gara mi allenavo con routine full body ad alta intensità 3 volte a settimana per 45 minuti ognuna. Quindi mi allenavo meno di tre ore a settimana.

D: E’ un distacco netto da quello che facevano i tuoi avversari

Mike Mentzer: Si, infatti molti di loro si allenavano due volte al giorno per 2 ore ogni workout, 6 giorni a settimana. Si allenavano 24 ore a settimana contro le mie 3-4 ore. E quando giunsi alla gara, i pochi giudici che mi conoscevano non potevano credere che fossi lo stesso ragazzo dell’anno passato che era entrato in gara a 90 kg. Ero quasi 10 kg più pesante e più tirato. Vinsi in tutta tranquillità.

D: Ti sei sentito sovrallenato in qualche modo viste tutte le negative che eseguivi durante i tuoi allenamenti?

mike mentzer muscoli
Mike Mentzer at his best

Mike Mentzer: No. Infatti ho scoperto questo durante la dieta con poche calorie e pochi carboidrati. Stavo smobilitando così tanto grasso da avere molte energie finchè andavo ad integrare del potassio in aggiunta. Prima di scoprire l’importanza del potassio in una dieta low carb mi sentivo molto spesso stanco e affaticato, non potevo letteralmente alzarmi dalla sedia.
Quando stai bruciando molto grasso, produci delle sostanze di scarto chiamati chetoni, e il potassio ha molta affinità con essi. E quando urini, urini molto potassio legato a questi chetoni. Ma finchè riesci a mantenere i livelli di potassio abbastanza alti, avrai un’abbondanza di energia. Necessitavo di poco riposo e mi allenavo con la giusta intensità. Non dico di non aver mai sperimentato fatica e stanchezza, ma non stavo prendendo nessun tipo di anfetamina e nient’altro di questa roba, ma avevo comunque molta energia.

D: Ed ogni allenamento durava 45 minuti?

MM: All’incirca. Andavo al college a tempo pieno, lavoravo part time con un fisiologo e facevo l’amore con la mia ragazza una o due volte ogni 3 ore!

D: Cose ne pensi dell’allenamento istintivo?

MM: Prima di tutto, l’uomo non ha istinti. Ma se ne avesse, sicuramente non lo porterebbero a sollevare pesi. Quando va in palestra e vede quei pesi, probabilmente scapperebbe dalla parte opposta, ma sono sicuro che non starebbe volontariamente in palestra ad allenarsi per ore.

D: Cosa ne pensi del bodybuilding femminile?

MM: La stessa cosa rispetto al bodybuilding maschile; lo stesso criterio dovrebbe essere utilizzato, ma, in realtà non accade ciò. Vedo molti interessi commerciali in tutto ciò e quindi si fa di tutto per nascondere i veri principi dell’allenamento produttivo. Non vogliono far diventare le donne troppo sviluppate, per ragioni che solo loro sanno.

D: Per quanto riguarda l’etica invece? Come dovrebbe comportarsi una persona? Quali valori morali dovrebbe seguire?

MM: Il sistema etico che approvo è basato sulla filosofia di Ayn Rand, l’oggettivismo, ed è conosciuto come egoismo razionale. Credo che l’egoismo sia una virtù. Molte persone fraintendono il termine “egoismo” con un significato errato, ma una persona davvero “egoista” sa che l’altruismo lo porterà come esito finale alla sua distruzione. Una persona davvero egoista vuole vivere a lungo ed essere a lungo felice, e quindi prende del tempo per capire davvero quali siano i suoi desideri. Non agisce mai ciecamente o impulsivamente, ma considera gli effetti a lungo termine che ci potrebbero essere sulla sua sopravvivenza e felicità. Ecco l’egoismo razionale, o egoismo illuminato se preferisci.

D: Qual’è la natura della conoscenza? E quali sono i gradi ultimi di essa?

MM: Prima di Ayn Rand c’erano 4 scuole principali di pensiero riguardo la natura dei concetti: quella platonica, aristotelica, nominalista e realista. Nessuna di esse era oggettivista in assoluto. Le prime due, platonica e aristotelica, erano intrinseche. Credevano che i concetti rivelati, in qualche modo con meccanismi irrazionali, fossero l’essenza vera delle cose, ciò di cui noi facciamo esperienza non è una “vera” realtà. Quella nominalista e realista credevano che la coscienza producesse la realtà e i concetti. Non credevano nel primato dell’esistenza ma della coscienza. Ayn Rand ha preso in considerazione l’unica natura vera dei concetti.  I concetti non sono creati dalla mente e nemmeno rivelati dalla mente. Devono essere acquisiti dalla mente attraverso i sensi e poi essere definiti usando parole specifiche per ognuno di essi. Quella realtà là fuori è oggettiva.

D: Qual’è il ruolo dell’uomo nell’universo?

MM: L’uomo non ha alcuna funzione se non quelle che crea e definisce da solo. Quello di cui parli presuppone l’esistenza di un progettatore universale, o Dio, del quale non c’è alcuna prova della sua esistenza.

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