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Dove sta scritto che una ripetizione di una serie deve essere seguita immediatamente da un’altra? Oppure, come anche io pensavo e ciecamente accettavo, dove sta scritto che solo l’ultima ripetizione di una serie richiede lo sforzo massimo?” -Mike Mentzer-

Mike Mentzer viene ricordato semplicemente per aver portato alla ribalta nuovi metodi per aumentare l’intensità di un allenamento coi pesi. Ad esempio, anche se non ha creato tecniche come il rest-pause, l’utilizzo che ne fece certamente le rese più popolari nel mondo del bodybuilding. Altre tecniche invece, come l’Infitonic e l’Omni-Contraction, sono state ideate direttamente da Mike.

Una delle tecniche di allenamento meno conosciute che Mike ha utilizzato con molti dei suoi clienti e colleghi, incluso il 6 volte Mr. Olympia Dorian Yates, è l’hypertraining.

Secondo Mike, Arthur Jones, colui che possedeva la Nautilus e la MedX corporation, descriveva una tecnica nella quale ogni fase positiva o concentrica in una serie doveva essere seguita immediatamente da una “supernegativa”, o una negativa con l’assistenza di un patner. Una ditta che produce macchine isotoniche, la Life Circuit, aveva anche sviluppato una linea di attrezzi computerizzate negli anni ’90 che incorporava questa tecnica nel suo software. Secondo Mike: “Molti anni dopo aver imparato ad utilizzare la tecnica rest-pause, Arthur Jones descrisse una variante della tecnica nella quale non solo ogni fase positiva e concentrica richiedeva uno sforzo massimale ma anche ogni negativa.

Lo chiamò hypertraining. Con l’hypertraining, comunque, Jones non suggerì una pausa tra ogni ripetizione. Invece consigliava che ogni ripetizione successiva seguisse la precedente in maniera del tutto convenzionale. Funzionava? Beh, per quanto ne so io nessuno ha mai provato questa tecnica fino a poco tempo fa.”

Mike con Dorian Yates

Era il 1993, per l’esattezza, e la location del test era la Gold’s Gym di Venice, California. L’individuo che provò la tecnica fu Mike Mentzer e l’individuo su cui venne testata fu

Dorian Yates. Lo so perchè ero alla Gold’s Gym quel giorno e fui testimone dell’esperimento. Infatti scattai anche alcune foto dell’evento. Ecco il racconto di Mike:” All’inizio del 1993 stavo supervisionando Dorian Yates in un hypertraining che consisteva in una serie di spinte alla incline press e una serie alla Nautilus curls. Sulla incline press necessitammo di molte persone per aiutare Dorian a sollevare 300 kg fino alla posizione di massima contrazione per la prima ripetizione a R.O.M. completo. In altre parole cominciò dalla posizione con braccia distese, abbassò il carico in maniera lenta e controllata e poi lo spinse di nuovo in alto. Una volta raggiunta di nuovo la posizione di massima contrazione, questa volta enfatizzò la negativa abbassando il carico in maniera più lenta possibile. Non appena il peso raggiunse il punto più basso, io ed un altro aiutante scalammo il peso del 15% scendendo a 255 kg, mentre Dorian stava eseguendo un rest-pause da 7 secondi. Poi l’abbiamo aiutato a tornare al punto di massima contrazione in modo da eseguire un’altra hyper-ripetizione e mezzo.”

Dorian eseguì 4 ripetizioni in quel modo. Ne eseguì così poche semplicemente perchè non gli fu possibile, dopo aver fatto questo sforzo immane, eseguirne una quinta! Come mi disse Mike, “Capii subito quando Dorian aveva raggiunto il punto di sopportazione massimo. Solo coloro che si allenano con l’Heavy Duty possono capire quanto sia brutale una serie con ripetizioni di questo tipo, visto che ognuna di queste stimola il muscolo ad eseguire uno sforzo massimo sia in fase positiva che in fase negativa, è iper-intenso!!”

Ricordo quello spettacolo come se fosse avvenuto ieri: il petto di Dorian era estremamente gonfio, e stava respirando in maniera molto affannata cercando di recuperare da quello sforzo pazzesco, ma a quel punto doveva iper-allenare i suoi bicipiti!

Lasciamo che Mike racconti come è finita la storia: “Dorian eseguì la serie in hypertraining per i bicipiti senza usare il rest-pause tra ogni ripetizione. Cominciò la serie con tutto il carico possibile, circa 80 kg, con altri 15 kg in aggiunta. Quel carico non era sufficiente a raggiungere il cedimento con una sola ripetizione, quindi gli dissi di eseguirne il più possibile. Ne riuscì ad eseguire 3. La terza ripetizione richiese uno sforzo massimo e Dorian impiegò parecchi secondi per terminarla. Una volta raggiunta la posizione di massima contrazione, gli dissi di resistere il più possibile durante la discesa con la negativa mentre gli rendevo più difficile il tutto applicando manualmente una resistenza maggiore.

Resistette in maniera eroica, concentrandosi al massimo sullo sforzo che stava eseguendo e impiegando diversi secondi a completare la discesa. Appena raggiunse il punto di massimo allungamento rimossi rapidamente i 15 kg e Dorian eseguì subito altre 2 ripetizioni seguite ancora da una negativa vicina al cedimento. Ora che i suoi bicipiti erano affaticati era in grado di procedere con qualche altra iper-ripetizione, una singola ripetizione con cedimento positivo e negativo. Percepì le stesse sensazioni avute con la incline press: “brutale” e “iper-intenso” sono le parole che Dorian usò per descrivere questo allenamento”.