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Articoli allenamento, Bodybuilding

Il diario di allenamento

Oggi vorrei parlarvi di un elemento essenziale per tutti coloro che praticano allenamenti in palestra ed in particolare allenamenti ad alta intensità: il diario di allenamento. 

A che scopo?

Mentre siete in palestra e vi guardate attorno, potete osservare che pochissimi attorno a voi stanno utilizzando un diario di allenamento durante la loro seduta di fitness o di body building. Come mai dunque è così importante averne uno se la maggior parte delle persone non lo adopera e non si pone neanche il problema di possederne uno proprio?


Il diario ci può dare una serie di vantaggi tra cui:

1) possibilità di scrivere gli esercizi e le serie che abbiamo eseguito nella seduta
2) possibilità di segnare le ripetizioni effettuate per ogni serie, il pesoutilizzato ad ogni serie ed eventuali isometriche e negative inserite (soprattutto quando ciò che cerchiamo è l’aumento costante della forza è essenziale annotare tutto questo per poter avere un valido riferimento per l’allenamento successivo).
3) possibilità di annotare la durata totale dell’allenamento ( nelle tecniche H.I.T. la durata totale di ogni seduta deve essere ridotta al minimo, dunque è importante tenere sotto controllo anche questo parametro).
4) possibilità di mettere in luce eventuali problematiche sorte durante l’allenamento (ad esempio dolori anomali durante l’esecuzione di un particolare esercizio, eventuale cheating utilizzato, tempistiche di esecuzione non perfette). Queste osservazioni saranno preziose per l’allenamento successivo.
5) possibilità di annotare l’ora di allenamento ed eventuali attività extra eseguite durante la giornata.

A questi cinque vantaggi principali ve ne sono altri marginali come il monitorare l’umore con cui vi apprestate ad affrontare l’allenamento e segnare il peso corporeo raggiunto quel giorno.

Come mai dunque solo poche persone utilizzano questo importante aiuto per l’allenamento?

Le risposte sono varie. La quasi totalità dei frequentanti di centri fitness utilizza tecniche ad alto volume o allenamenti aerobici. Gli allenamenti H.V.T. classici non necessitano di particolari accorgimenti in quanto non si bada molto alla corretta esecuzione degli esercizi, alle tempistiche di esecuzione e al peso utilizzato. Non si arriva quasi mai al cedimento completo e la durata dell’allenamento è ininfluente e spesso inficiata da tempi di recupero molto lunghi, fino a 5-10 minuti. Gli allenamenti aerobici invece non necessitano di un diario di allenamento in quanto i parametri considerati sono solo il battito cardiaco, velocità e tempo trascorso, tutti ormai già calcolati dall’attrezzo utilizzato.

Nella mia esperienza personale il diario è diventato un supporto davvero utile e di cui non posso fare a meno. Grazie ad esso ho potuto monitorare gli incrementi di forza avuti con le tecniche H.I.T. durante periodi molto lunghi, ho provato a fare tentativi su aumenti di intensità, frequenza o volume, ho capito quali erano gli esercizi meno adatti alla mia biomeccanica, ho annotato tutti i piccoli dolori anomali che avvertivo in un dato esercizio ed ho provveduto a correggere l’esecuzione alla seduta successiva in cui mi allenavo allo stesso modo.
Ad esempio ho scoperto che da febbraio 2010 ad aprile 2011 ho incrementato di 50 kg il peso sullo squat, di 40 kg sugli stacchi a gambe tese, di 20 kg sulle trazioni inverse e così via. Ho capito che le parallele non erano adatte alla mia biomeccanica in quanto sento fastidio al polso sinistro operato due anni fa. Ecco quanto è importante un diario di allenamento. Ogni seduta non è a se stante ma è parte di un cammino intrapreso verso il cambiamento della composizione corporea. Senza diario quindi non è possibile riuscire ad intravedere la strada più giusta e ad osservare davvero gli aumenti di forza che stiamo ottenendo.
Il mio consiglio dunque per tutti coloro che utilizzano le tecniche H.I.T. è quello di creare un diario di allenamento il prima possibile iniziando ad annotare i cinque punti riportati sopra in ogni vostra seduta. Non rimpiangerete questa scelta.

                                                                                                 Articolo a cura di Lorenzo Vieri