E’ stato pubblicato in questi giorni un articolo a cura del microbiologo Justin Sonnenburg riguardo ad un suo lavoro nel quale veniva confrontato il Microbioma di una popolazione africana e quello di popolazioni occidentali, nella fattispecie dei fiorentini.
Un gruppo di microbiologi italiani ha comparato la flora intestinale batterica di ragazzini nel Burkina Faso con quella di alcuni coetanei a Firenze.
Ne è risultato che i ragazzini del Burkina Faso che avevano una dieta principalmente a base di Miglio e Sorgo hanno una flora intestinale enormemente più varia di quella dei coetanei fiorentini che si nutrono principalmente di grassi, proteine e zuccheri semplici.
Il Microbioma del Burkina Faso è più adatto alla degradazione delle fibre presenti nelle piante.
Perché queste differenze sono tanto importanti?
Gli scienziati sospettano che il nostro Microbioma sia coinvolto nella calibrazione del nostro sistema immunologico così come nella modulazione di molte funzioni metaboliche, quindi uno squilibrio o una carenza di alcuni ceppi batterici potrebbe aumentare il rischio di molte malattie croniche che sappiamo poter andare dall’asma all’obesità.
Si potrebbe pensare che essendoci coevoluti con i nostri batteri questi dovrebbero essere più o meno gli stessi in ogni persona in salute, pare invece che le cose non stiano proprio così.
Il Microbioma africano è diversissimo da quello occidentale, afferma Sonnenburg, e questo dovrebbe farci riflettere su cosa gli scienziati considerino “normale” in una persona sana.
Un Microbioma che ospiti microrganismi capaci di metabolizzare le fibre vegetali ricavandone acidi grassi a catena corta attraverso la loro fermentazione è in grado di alimentare la gran diversità osservata negli africani ( attività prebiotica ).
Ma cosa succede quando riduciamo le fibre nella nostra alimentazione?
Il Microbioma cambia e si riducono di molto le popolazioni di quei ceppi batterici necessari alla loro fermentazione, in questo caso il risultato netto è una riduzione della biodiversità.
La buona notizia in tutto questo è che se una persona con un Microbioama alterato torna ad uno stile di vita più corretto, pare che si assista ad una ricrescita dei ceppi persi ( in questo caso probabilmente non scomparsi, ma rimasti latenti ), il problema invece diventa più grave quando ragioniamo in termini di nuovi nati.
Sappiamo che il primo contatto di un bambino con i batteri è attraverso il canale vaginale materno ( da cui l’estrema importanza di partorire naturalmente e non con il cesareo ), se la madre ha un Microbioma alterato passerà al bambino la stessa “menomazione” e dal momento che mancheranno all’appello molti ceppi batterici non sarà in futuro più possibile ripristinare quella condizione di diversità che si osserva negli africani.
Si stima che ad oggi, per via di uno stile di vita scorretto ( cibi errati e uso massiccio di antibiotici ) molti dei ceppi batterici che popolavano il nostro intestino in era preistorica siano andati perduti, l’estinzione di queste specie è del tutto simile a quella a cui assistiamo sulla terra nelle specie più grandi.
Ripercorrendo l’ipotesi scientifica chiamata the Hyper hygiene Hypothesis elaborata da Strachan nel 1989, una minor diversità del Microbioma dovuta ad un’eccessiva igenizzazione e a stili alimentari non corretti potrebbe essere la causa dell’insorgenza di molte delle malattie ( allergie, asma, Parodontopatie, patologie autoimmuni, etc ) a cui assistiamo oggi, soprattutto nei bambini.
Al momento nessuno scienziato ha ben chiaro quanto sia importante avere una gran diversità nel Microbioma, sappiamo solo che popolazioni più “primitive” albergano fino ad un 50% in più di batteri, vermi e protisti che non troviamo nelle popolazioni occidentali, è possibile che in futuro, quando capiremo meglio la relazione tra noi e questi organismi simbiotici, sarà necessario ripopolare i nostri corpi con quello che abbiamo perso attraverso trapianti di flora intestinale daipopolazioni più “primitive”.
I coniugi Rosenberg sono così convinti dell’importanza dei batteri nella nostra specie da sviluppare una teoria che hanno chiamato dell’ Olobionte.
La teoria in sintesi afferma che i batteri presenti nel nostro organismo sono in grado, attraverso segnali chimici, di indurre in noi determinati comportamenti.
Dal momento che i batteri sono di 10 volte in sovrannumero rispetto al totale delle cellule che costituiscono il corpo umano ( e qui non parliamo di qualche migliaio di cellule, l’organismo umano è costituito da circa 60.000.000.000.000 di cellule ) possiamo presumere che molte delle nostre decisioni, stati d’animo, preferenze alimentari, etc siano indotte da quest’ultimi, in un certo senso ci “costringono” a comportarci in modo a loro favorevole, infischiandosene di quelle che sono le nostre necessità o priorità.
L’equilibrio nella flora batterica si ripercuote quindi direttamente sulla nostra qualità di vita, i nostri pensieri, le nostre scelte alimentari, il nostro metabolismo, fino alla scelta del Partner.
Alla luce di quanto vi ho raccontato da oggi in poi pensate bene a quando prendete un antibiotico, usate un germicida e vi lavate troppo, le conseguenze sui vostri comportamenti e/o la vostra salute potrebbero essere drammatiche.