L’Ipriflavone è parte di un gruppo più grande facente capo agli isoflavonoidi.
L’Ipriflavone viene usato oggi come agente per la rimineralizzazione delle ossa ed è un derivato sintetico di un isoflavone.
Venne sintetizzato per la prima volta in Ungheria dal Dott. Laszlo Feuer mentre stava facendo una ricerca sui flavonoidi come fattori di crescita essenziali negli animali. Subito dopo la sua sintesi l’ipriflavone è stato testato clinicamente.
Secondo quanto riferito, la sostanza è stata utilizzata per la prima volta nei foraggi veterinari e sperimentata come agente per migliorare la resistenza al lavoro negli animali.
È stato anche studiato come potenziale agente anti-anginale, dal momento che migliora la funzionalità mitocondriale attraverso un meccanismo che permette di risparmiare ossigeno.
All’inizio si vide che la somministrazione di ipriflavone portava ad aumentare la capacità di depositare calcio scheletrico nelle pecore, nei ratti e nei polli.
Durante gli anni ’70 del secolo scorso furono condotti esperimenti usando l’ipriflavone per migliorare la salute delle ossa negli animali. Questo lavoro preliminare venne seguito da dozzine di studi clinici condotti in Ungheria, Giappone e Italia utilizzando successivamente l’ipriflavone sugli esseri umani.
L’Ipriflavone è stato registrato come trattamento medico nell’osteoporosi in vari paesi tra cui il Giappone, l’Italia e l’Argentina.
È stato dimostrato che l’ipriflavone aumenta la ritenzione di calcio a livello osseo. Inoltre, inibisce la decalcificazione, promuove l’attività delle cellule che costruiscono le ossa (osteoblasti) e riduce il dolore delle fratture osteoporotiche.
Nonostante il fatto che nella struttura sia simile ai fitoestrogeni come la genisteina e la daidzeina, l’ipriflavone non ha esibito attività estrogenica sui classici organi bersaglio dell’estrogeno. Non sono stati quindi segnalati gli effetti collaterali deleteri sul tessuto mammario e uterino tipici della terapia estrogenica.
Efficacia di Ipriflavone per arrestare la perdita ossea e ridurre le fratture
Numerosi studi documentano l’arresto della perdita di calcio osseo con conseguente aumento della densità strutturale attraverso l’uso quotidiano di 600 mg di ipriflavone.
Tra il 1989 e l’aprile del 2000 sono stati terminati circa 31 studi clinici sull’ipriflavone.
Questi studi hanno coinvolto un totale di 4298 pazienti, di questi, 1495 sono stati trattati con ipriflavone. Dei 31 studi, 18 sono stati controllati con placebo osservando la densità minerale ossea.
Di questi 18, circa la metà hanno dimostrato che l’ipriflavone migliora la densità ossea e riduce significativamente la perdita di tessuto osseo rispetto all’utilizzo del solo calcio.
Sebbene nessuno studio abbia avuto una frattura come punto finale, tre studi italiani hanno fortemente suggerito che l’ipriflavone fosse anche in grado di ridurre le fratture vertebrali.
Il protocollo HITA per trattare l’osteopenia e l’osteoporosi
Il protocollo che abbiamo sviluppato alla HITA (High Intensity Training Academy) mira al mantenimento e alla rigenerazione della salute delle ossa. Ciò attraverso mezzi naturali che supportano la vita e che sono utili per l’osso, così come benefici per tutto il corpo.
Questo protocollo naturale basato su esercizio fisico in Alta Intensità, cambio dello stile di vita (alimentazione) ed integratori, tra cui l’ipriflavone, lo abbiamo chiamato Osteo Training.
Con il nostro protocollo di lavoro qui alla HITA ci vogliamo porre come alternativa alla terapia farmacologica convenzionale. Riteniamo che questa debba essere implementata solo quando un programma nutrizionale, di esercizio fisico e di cambio di stile di vita si dimostri inefficace.
La nostra esperienza ci porta a confermare ciò che hanno riportato decine di altri studi più ampi. E cioè che un cambio nella gestione del nostro stile di vita insieme all’assunzione di ipriflavone sono generalmente efficaci nell’arrestare la perdita ossea nell’uomo e nelle donne in postmenopausa che si sono dimostrate soggette/i ad una eccessiva e progressiva perdita ossea.
Abbiamo osservato che utilizzando i nostri protocolli di lavoro, insieme all’uso del’ ipriflavone, la maggior parte delle persone è stata in grado di arrestare la progressiva decalcificazione conseguente alla condizione conclamata di osteopenia o osteoporosi e, in molti casi, abbiamo anche assistito ad una progressiva rimineralizzazione ossea.