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Articoli vari

Biologia applicata alle tecniche HIT

Una domanda a cui mi trovo spesso a dover rispondere è perché le tecniche HIT sono superiori alle classiche tecniche HVT.

La risposta più semplice che potrei dare sarebbe elencare le decine ( forse centinaia ad oggi ) di studi che negli ultimi 10 anni si sono accumulati nella letteratura scientifica e che ci raccontano quanto sia l’intensità, e non il volume, la chiave nell’ottimizzazione della crescita muscolare.

Tutti coloro che hanno voglia di fare un po’ di ricerca e masticano un buon inglese utilizzando il motore di ricerca in Pubmed ( http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed ) ed inserendo High Intensity Resistance Training possono sincerarsi di quanto materiale si sia accumulato negli ultimi anni sulla grande efficienza di queste tecniche.
Non che le vecchie tecniche ad alto volume non producano risultati, ma essendo molto approssimative e assai generiche nell’applicazione, non ottimizzano mai i processi di crescita, rallentando così notevolmente risultati che si potrebbero conseguire spesso in letteralmente un terzo del tempo.

Lo scopo della mia Newsletter è quello di semplificare, sintetizzare e rendere fruibili ai più concetti che a volte risultano essere astrusi e complicati, per fare questo ritengo che l’esemplificazione ed il ragionamento logico siano vincenti.

Quando iniziai a studiare Biologia uno dei concetti che mi divenne subito chiaro fu quello di “Soglia di attivazione”.
Sia in Fisica che in Biologia le soglie di attivazione sono, come suggerisce la parola, momenti ( =soglie ) sotto i quali una reazione non avviene e, viceversa, oltre i quali inizia, spesso senza poterla più interrompere.
Per chiarire meglio il concetto pensate ad una bottiglietta di Nitroglicerina, se viene mossa lentamente si può farlo tutto il giorno senza produrre alcuna esplosione, basta però un colpo secco per innescare la reazione a catena che porterà alla detonazione.
Pensate ad un fiammifero, se lo sfregate leggermente e lentamente sulla carta vetrata potete continuare così a tempo indeterminato senza mai incendiarlo, basta invece un colpo secco per iniziare la combustione.

In Biologia le cose non cambiano, sappiamo bene che l’efficacia di un farmaco è inversamente legata al suo dosaggio.
Dosaggi troppo bassi, nonostante la molecola introdotta sia la medesima, non portano a nessun beneficio terapeutico.
Per essere effettivo un farmaco necessita essere somministrato in un dosaggio tale da oltrepassare la soglia di attivazione ( =risposta ) necessaria a produrre l’effetto voluto.

Sempre in Biologia l’abbronzatura è un altro buon esempio di soglia di attivazione.
Esporsi al sole a febbraio, anche se per molto tempo, non produrrà alcun risultato apprezzabile in termini di abbronzatura, bastano invece pochi minuti a luglio per attivare una forte risposta ( superamento della soglia di attivazione ).
L’altra cosa interessante del meccanismo legato alle soglie di attivazione è che una volta superate partono, sia in Fisica che in Biologia, una serie di reazioni a cascata che non necessitano di nessun altro intervento per continuare.
Una volta attivato un processo non si necessita di alcun altro supporto, se non quello dei substrati necessari ad alimentare le reazioni in campo.

Trasferiamo quanto appena detto nel campo della crescita muscolare.
Se alzo una matita flettendo il mio braccio tutto il giorno avrò effettuato un gran lavoro ( Volume ), ma avendo limitato l’intensità la soglia di attivazione non è mai stata superata, ergo, non otterremo nessuna crescita muscolare.
Perché la soglia di attivazione venga superata devo creare un evento rapido, che coinvolga quante più unità motorie possibili nell’unità di tempo e, soprattutto, una volta raggiunta la soglia non cerchi nuovamente di riattivare i processi ( vi ricordate, una volta partita una reazione non necessita essere nuovamente riattivata ).

Chiunque abbia un background scientifico non dovrebbe avere alcuna difficoltà a capire e appoggiare il mio ragionamento, a meno che i muscoli siano un’entità astratta e non si comportino secondo le leggi biologiche che governano tutti gli altri processi del nostro organismo.
Le tecniche HIT sono state messe appunto basandosi sui principi biologici conosciuti, a differenza delle tecniche HVT che invece associano una lettura derivante da vecchi lavori scientifici a molta sperimentazione pratica, che, in ultima analisi, si traduce in una bassa ottimizzazione dei processi che stanno alla base della crescita muscolare.

Credo che ora le cose dovrebbero essere più chiare, se la mia esposizione è corretta la conseguenza logica di quanto esposto non può che essere l’accettazione del principio di Intensità, rispetto a quello di Volume, come condizione necessaria e determinante per la crescita muscolare.

Keep On Pumpin’

Enrico

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