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Bodybuilding

Editoriale. Perché nasce High Intensity Mania?

Perché nasce High Intensity Mania?

Chi mi conosce sa bene che ho speso gli ultimi 17 anni a cercare di cambiare, in Italia, quella che era e tuttora è ( fortunatamente sempre meno ) l’ideologia predominante in relazione a come interpretare correttamente la scienza dell’esercizio applicata al Body Building.

Nel 1993 avevo 22 anni ed ero un Bodybuilder agonista con all’attivo una vittoria ai campionati regionali, un’altra vittoria ai campionati Nord-Italia e un terzo posto ai campionati italiani AICAP/WABBA.

Avevo raggiunto degli ottimi livelli agonistici tuttavia, dal 1992 al 1993, nonostante avessi aumentato esponenzialmente le ore che passavo in palestra ad allenarmi i risultati erano stati esattamente gli stessi, ossia dai 21 ai 22 anni il mio corpo nonostante l’impegno raddoppiato seguendo i dettami dell’alto volume ( o metodiche Weider che dir si voglia ) non era cambiato, anzi, forse ero un po peggiorato.

A quel punto mi chiesi se fosse stato necessario fare ancora di più, ma mi dissi subito di no, ormai avevo perso il gusto di andare in palestra dal momento che ci andavo la mattina e la sera eseguendo una split routine su 4 giorni la settimana.

Ricordo benissimo che la sera andavo a letto stanco e la mattina mi svegliavo ancora più stanco della sera precedente ( chiari segni di sovrallenamento a cui deliberatamente non davo ascolto ), pensare quindi ad allungare ulteriormente la mia permanenza in palestra o le sessioni di allenamento settimanali era da escludere.

A questo punto la conclusione logica a cui arrivai fu che avessi già raggiunto il mio massimo potenziale muscolare.

Possibile…avevo solo 22 anni.

A quel tempo ero sponsorizzato dalla Ultimate Italia ( nota ditta italiana di integratori alimentari ) ed il titolare, Enrico Levantino, era un estimatore del metodo Heavy Duty e frequentava personalmente il suo ideatore: Mike Mentzer.

Una mattina, parlando con lui mi disse che probabilmente mi stavo allenando troppo e che se lui fosse stato in me avrebbe seriamente iniziato a prendere in considerazione un cambio radicale del sistema di allenamento, era il lontano giugno 1993.

Commissionai ad un amico in partenza per la California l’acquisto dell’ultimo libro di Mike Mentzer: Heavy Duty e in agosto potei leggerlo ( allora non esisteva ne Internet ne amazzon ne bol…ha volte ho la sensazione che sia cresciuto nel Cretaceo ).

Per non farla troppo lunga, iniziai a settembre ad applicare i principi dell’ HD ed a maggio del 1994 mi presentai in gara con 6 Kg di massa magra in più rispetto all’anno precedente vincendo le selezioni ai campionati europei e aggiudicandomi il diritto ad entrare in nazionale, dopo 2 settimane mi classificai quinto nel singolo, terzo nelle copie e primo come miglior posatore al campionato europeo WABBA tenutosi a Madrid.

L’anno dopo partecipai ai campionati del mondo WABBA con altri 5 Kg in più classificandomi terzo      ( quella fu la mia ultima gara ).

Acquistai 11 kg di massa magra in circa 16 mesi trasformando un fisico già di tutto rispetto in un fisico capace di competere ai massimi livelli internazionali, molti atleti ai quei tempi mi chiesero cosa avessi fatto per trasformarmi in quella maniera e così velocemente, la mia risposta era sempre la stessa: HO SMESSO DI ALLENARMI ( ricordo ancora le loro facce…avreste dovuto vederli ).

Dopo quell’esperienza decisi che avrei usato la visibilità che mi aveva dato il mondo agonistico per diffondere i principi dell’alta intensità, in un paese che praticamente non ne aveva mai sentito parlare.

Nel 1997 conobbi Mike personalmente, passai una settimana intera a parlare e a farmi allenare da lui, fu un’esperienza indimenticabile che segnò profondamente quella che sarebbe stata la mia vita futura, sia in termini lavorativi che intellettuali ( un giorno magari, in un prossimo articolo, vi racconterò del Mike uomo ).

Da allora molte cose sono successe, ma ho continuato a mantenere fede alla promessa che mi ero fatto, ed oggi, dopo aver seguito personalmente più di 6000 persone, avere scritto più di 100 articoli, 2 libri all’attivo, aver fondato una scuola dedicata alle tecniche H.I.T per la formazione di professionisti in queste metodiche e qualche decina di seminari, ho deciso di intraprendere questa nuova avventura.

L’ambiente che ho creato e che mi circonda è estremamente stimolante, il mio braccio destro: Lorenzo Vieri, personal trainer uscito dalla mia accademia e laureando in biologia si è dimostrato non solo molto stimolante, ma estremamente utile e preciso nell’aiutarmi a mettere a fuoco le priorità e a perseguirle.

E’ lui che si è occupato attivamente del reclutamento di coloro che potevano dare un contributo fondamentale allo sviluppo di questa rivista, sia in termini qualitativi che umani.

Le due persone che oltre a me e Lorenzo si sono da subito dimostrate entusiaste del progetto sono Giovanni Cianti, pilastro del Body Building italiano che interverrà su High Intensity Mania attraverso rubriche che tratteranno di aspetti alimentari applicati alla scienza del Body Building in chiave evoluzionistica e Alessandro De Vettor esperto di allenamenti HD biotipo specifici.

La quinta figura in redazione non poteva essere che una donna ( e ci voleva in mezzo a tutti questi omoni o ominidi come direbbe giustamente Giovanni ): Helena Herbosch, Personal Trainer H.I.T. di origine belga che scriverà una rubrica  al femminile.

In High Intensity Mania, come dice il titolo, troverete solo articoli di Body Building, allenamento, alimentazione ed integrazione, non abbiamo intenzione di parlare di tutte quelle attività che si trovano nelle palestre in funzione delle mode più o meno transitorie che le hanno generate.

Onestamente a me ed ai collaboratori della rivista, come dicono a Roma: “ non ce ne può fregà de meno “.

Quindi solo Body Building in chiave H.I.T.

Un’altra cosa che ho sempre odiato è acquistare una rivista suppostamente di Body Building che non solo parla di sport che con il B.B. non hanno nulla a che fare, ma che in una pagina si e una no ci trovi pubblicità di tutti i tipi.

Mi sono sempre chiesto perché dovessi pagarla, secondo me erano loro che avrebbero dovuto pagarmi per farmi sorbire 4/5 di articoli e pubblicità di cui “ me ne poteva fregà de meno “ ( oggi mi sento romano ).

High Intensity Mania nasce gratis e sarà sempre gratis.

Ad un certo punto anche noi avremo delle pubblicità nella rivista che ci serviranno per pagare i costi di produzione, ma saranno tutti a carico degli inserzionisti e non dell’utente finale ( questo è il capitalismo ). Il nostro obiettivo è ambizioso, vogliamo diventare la prima rivista del settore in pochi mesi e sono sicuro che grazie all’impegno dei collaboratori ed il tam tam della rete non mancheremo di centrarlo.

Spero di non avervi annoiato con questa mia lunga disquisizione, ma tanto vi dovevo.

Keep On Pumpin’

Enrico Dell’olio